Demure, brat, cottagecore, coquette. Sono le tendenze che hanno segnato l’ultimo anno della moda al punto da essere scelte da due dizionari famosi, Oxford e Collins, tra le parole simbolo del 2024. Tuttavia, piuttosto che sembrare vere e proprie definizioni, sembrano vuoti contenitori di significati già noti. Analizziamole una per una, così da capire che cosa rappresentano
di Domenico Casoria
Prima di entrare nei particolari, va detto che la parola dell’anno non riguarda la moda, ma potrebbe essere utile per raccontare come funzionano le tendenze. Per la Oxford University Press, infatti, brain rot è il termine bandiera di quest’anno. Quindi, da inserire nel dizionario. Ma che significa? In sintesi, identifica gli effetti che il cervello subisce dopo ore e ore passate a fissare lo schermo del proprio cellulare. In altre parole, il rimbecillimento dovuto ai contenuti social a cui siamo sottoposti passivamente.
Brain rot / demure
Brain rot è interessante perché racconta di un fenomeno ormai imperante. Ma anche perché ci mette in una situazione di sottomissione rispetto ai social che la moda ha imparato a governare alla perfezione. Tra le altre parole del 2024, infatti, troviamo demure. Se avete un telefono con un minimo di connessione internet, quest’estate ne avrete sentito parlare. La parola è inserita nella frase Very demure. Very mindful. È diventata famosa grazie alla content creator Jools Lebron, una donna trans di Chicago, che scherzava su come si presentava al lavoro. Proprio “in un modo molto rispettoso, molto pudico”: letteralmente, la traduzione di demure.
Brat
Il Collins Dictionary invece ha eletto brat come parola del 2024. È praticamente l’opposto di demure, ed è stata portata alla ribalta dalla popstar Charlie XCX nel suo ultimo album. Significa, più o meno, ragazzaccia ribelle che agisce fuori dagli schemi. Vale la pena sottolineare che né brat né demure sono neologismi. Sono termini nati grazie ai social, che però sono stati scelti per rappresentare l’anno che si sta per chiudere.
Cottagecore / coquette
Dicevamo della maniera in cui i social sottomettono, dal punto di vista del lessico, le tendenze. Che però spesso nascono proprio online, con i marchi che stanno a guardare per generare abbastanza hype per andare virali. Quasi tutti i trend degli ultimi anni, infatti, sono comparsi prima sulle piattaforme online che sulle passerelle. Mob wife, che descrive le mogli dei malviventi che si vestono col pellicciotto leopardato, per esempio, è stato spesso in tendenza. Il tag #cottagecore, che riguarda la volontà di un ritorno a una vita rurale semplice e naturale, invece, è comparso in più di 5 milioni di post. Al suo seguito, per lasciarsi ispirare, si sono messi marchi come Dior, Burberry, o Hermès. Per non parlare di coquette, dal francese “civettuola”, che si rifà ai nastri, ai pizzi, e ai fiocchi che contraddistinguono lo stile del libro “Lolita” di Nabokov.
Uno specchietto per le allodole
Al netto dell’ingentilimento dei termini, però, viene da chiederci se le parole simbolo del 2024 non siano solo uno specchietto per le allodole. Certo, nel 2024 descrivere qualcuno definendolo “civettuola” farebbe gridare allo scandalo. Ma siamo abbastanza sicuri che “modesto” o “riservato” descrivano comunque alla perfezione qualcuno di basso profilo? Che ci siamo inventati brat perché “ragazzaccia che non rispecchia le regole e fa come gli pare” era brutto? E che “pacchiano” o “kitsch” sia meglio – o almeno allo stesso livello – di “mob wife”? C’è da rifletterci. Su una cosa, però, siamo d’accordo. Il cervello ce lo siamo quasi bruciato.
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