Il beauty è potere, da Kering che lo cede a Hermès che lo crea

Sul fatto che il beauty sia il nuovo campo di battaglia del lusso, nessuno ha più dubbi. Ma oggi, più che mai, ci sono strategie e strategie. C’è chi vende per incassare e chi costruisce lentamente un universo sensoriale. Kering e Hermès si muovono in direzioni opposte, ma con lo stesso obiettivo: trasformare la bellezza in un nuovo racconto. E il modo in cui lo fanno dice molto su cosa stia diventando il lusso

di Domenico Casoria

 

Il mondo del lusso sta riscrivendo le regole del gioco nel settore beauty, ma questa non è la vera notizia. Ciò che conta davvero è quanto accaduto nell’ultimo mese. Segnali che indicano la direzione verso cui si sta muovendo l’intero comparto. Tra acquisizioni miliardarie e lanci strategici, il panorama è in piena evoluzione. Due i protagonisti: Kering e Hermès, che si stanno muovendo con approcci diversi. A metà ottobre, Kering ha infatti ceduto la sua divisione beauty – Kering Beauté – al colosso della cosmetica L’Oréal per 4 miliardi di euro.

Una mossa che, sotto la guida del CEO Luca de Meo, punta a rafforzare la presenza delle sue maison nel mondo della bellezza, affidandosi al leader globale del settore. L’accordo prevede licenze esclusive di 50 anni per profumi e prodotti cosmetici di Gucci, Bottega Veneta e Balenciaga, che saranno gestite da L’Oréal, con la promessa di una distribuzione capillare e una potenza industriale senza pari. O con l’obiettivo, per il gruppo della famiglia Pinault, di ottenere liquidità. A completare il quadro (o la cornice) c’è anche Creed, brand di profumeria di nicchia acquisito da Kering nel 2023, che consolida ulteriormente la posizione del gruppo nel segmento ultra-premium.

Il beauty è potere

Non si tratta di un semplice accordo. La scelta di Kering di rinunciare al controllo diretto del proprio polo beauty, stando alle dichiarazioni di de Meo, è una mossa strategica che punta a capitalizzare efficienza e penetrazione globale. Affidandosi a un partner come L’Oréal, il gruppo mira ad accelerare la crescita delle sue maison nel mondo della bellezza, sfruttando una struttura industriale solida e una rete distributiva capillare. La joint venture tra i due colossi, tra l’altro, promette di “esplorare nuove frontiere all’incrocio tra lusso, benessere e longevità”, con l’ambizione di offrire esperienze beauty sempre più innovative e sofisticate. Espansione rapida, quindi, e la sinergia tra la creatività delle maison e la potenza operativa di un leader globale.

Il gesto lento di Hermés

Di tutt’altro paio di maniche Hermès, invece, che come in passato potrebbe scegliere di lanciarsi in una nuova avventura. Dopo il debutto nel make-up nel 2020 e la linea mani nel 2021, la maison parigina potrebbe lanciare la sua prima linea skincare nel 2028. Una data lontana, ma coerente con la filosofia del brand: progettazione minuziosa, gesti perfetti, packaging ricercati e una visione estetica che privilegia l’autenticità. Hermès non è il primo marchio di lusso che approccia una linea skincare. Da Chanel a Prada, ne esistono diversi esempi.

Ma sarebbe il primo a lanciare una linea esclusivamente dedicata a quello. Non si conoscono ancora i dettagli, ma la notizia ha il sapore di un colpo di teatro per una maison specializzata in accessori in pelle. Una strategia beauty, tra l’altro, evolutiva e non espansiva, che potrebbe ispirare altri marchi a seguire un approccio più riflessivo e distintivo. Due traiettorie opposte, un’unica ambizione: trasformare la bellezza in linguaggio. Perché oggi il beauty non è solo cosmetica, è identità culturale.

Foto Creed e generate con tool di Intelligenza Artificiale

Leggi anche:

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER