Lo spietato valzer degli stilisti non risparmia (quasi) nessuno

L’ultimo in ordine di uscita è Kim Jones che ha lasciato Fendi (rimanendo, però, alla guida dell’Uomo di Dior). Prima di lui, una lunga fila di nomi eccellenti è stata vittima dello spietato valzer degli stilisti che sta rimescolando le carte creative del lusso. Nel bene e nel male

di Domenico Casoria

Da qualche giorno Kim Jones non è più il direttore creativo della Donna di Fendi. Non è nemmeno una notizia vera e propria, tanti erano stati i rumors sulla sua uscita dal brand di proprietà LVMH. Jones è la vittima più recente dello spietato valzer delle poltrone che nell’ultimo anno ha lasciato sul campo nomi illustri. Se il fenomeno potrebbe rappresentare uno dei motivi della crisi attuale del sistema moda, sui social impazza il fantacreativo e anche le certezze iniziano a traballare. Una matassa difficile da sbrogliare. Per questo abbiamo creato una mappa dettagliata di chi viene e di chi va.

Lo spietato valzer degli stilisti

A marzo, Pierpaolo Piccioli ha lasciato la direzione creativa di Valentino e da quel momento in poi, la moda è entrata in un loop insidioso. Piccioli lavorava per la maison romana da venticinque anni, ma era diventato direttore creativo dal 2016. La notizia ha destabilizzato gli appassionati che si erano ormai abituati ai metri di chiffon e seta. La poltrona, però, è rimasta vacante per pochissimo tempo. Qualche settimana dopo, infatti, la maison ha annunciato la nomina di Alessandro Michele come nuovo direttore creativo. Altro terremoto, soprattutto perché non si vedeva una collezione di Michele dalla fine del 2022, da quando era uscito da Gucci dopo sette anni. Al creativo, sempre comunque nei radar, erano stati affibbiati una serie di nuovi approdi, da Fendi a Chanel. Proprio Chanel è una pedina centrale in questa lunga partita a scacchi.

Come una partita a scacchi

A inizio giugno, infatti, Virginie Viard ha lasciato il ruolo di direttrice creativa della maison francese. Viard era stata nominata nel 2019 dopo la morte di Karl Lagerfeld per traghettare il marchio in acque sicure. Tentativo, a quanto pare, riuscito a metà. Sono passati quattro mesi, però, e ancora non conosciamo il suo sostituto. Tutti i rumors (e qualche mossa) danno in entrata Hedi Slimane, che durante l’ultima settimana della moda ha lasciato Celine dopo sette anni e dopo aver raddoppiato le vendite annuali. Al suo posto, sempre da Celine, è stato nominato Michael Rider, che lascia il ruolo di Senior Brand Creative Director di Polo Ralph Lauren per tornare nel marchio francese dove aveva già lavorato dieci anni con Phoebe Philo. Ma non è finita qui.

Come un gioco al massacro

Da Givenchy – rimasto dormiente per più di un anno dopo l’addio di Matthew M. Williams – è arrivata Sarah Burton, dopo aver diretto per quattordici anni Alexander McQueen. Da Missoni invece, a Filippo Grazioli – che ha lasciato la direzione creativa dopo solo due anni – è subentrato il veterano Alberto Caliri. Mentre da Blumarine, David Koma ha sostituito Walter Chiapponi, che ha dato l’addio dopo una sola stagione. Se da Tom Ford è arrivato Haider Ackermann, il fantacreativo continua a pronosticare l’uscita di Maria Grazia Chiuri da Dior. Al suo posto tornerebbe John Galliano, ma pure Jonathan Anderson (oggi da Loewe e titolare del proprio brand) rimane sempre nella lista dei possibili sostituti. Per non parlare di Sabato De Sarno, sempre sulla graticola da Gucci, o di Fendi, dove pare stia per arrivare proprio Piccioli. Insomma, il valzer spietato degli stilisti somiglia sempre di più a un gioco al massacro. Chi si salverà?

Nella foto, in senso orario, da sinistra in alto: Pierpaolo Piccioli, Virginie Viard, Kim Jones, Sarah Burton, Jonathan Anderson, Maria Grazia Chiuri, Hedi Slimane, Alessandro Michele

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