Se a salire in passerella è molto più di una questione di stile

Le passerelle femminili di settembre hanno espresso non solo un cambio di passo creativo probabilmente opportuno, in una fase di mercato molto faticosa anche per il lusso. Dall’imporsi del quiet luxury al debutto di De Sarno da Gucci, passando per l’annuncio di grandi ritorni, le sfilate sono state molto più di una questione di stile

 

Una svolta. Un cambio di passo. Un rinnovato senso della “normalità”. Intendendo per “normalità” il voler tener fuori da collezioni e sfilate quelli che Giorgio Armani ha definito “gli effettacci”. A settembre, la moda femminile messa in mostra a Londra, Parigi, New York e Milano ha sancito l’imporsi di qualcosa di vecchio che, però, dopo anni di eccessi massimalistici (per qualcuno molto vicini al limite del cattivo gusto) sembra nuovissimo e pare essere lo stile giusto al momento giusto. Una volta lo chiamavamo minimalismo, ora lo spacciamo per quiet luxury. Cambiando i fattori, però, il risultato non cambia. Mentre il mercato arranca anche per il lusso, la moda sceglie di abbassare i toni sperando di ottenere un effetto di business il più immediato possibile. La stessa cosa, in sostanza, che tutti si attendevano accadesse a Gucci dopo il debutto di Sabato De Sarno a Milano, venerdì 22 settembre. Non è stato così, dimostrando come il rilancio della griffe di casa Kering sia più complicato del previsto e come le sfilate siano molto più di una questione di stile.

Molto più di una questione di stile

“Si tratta di un esordio, e non è umano pretendere d’acchito la perfezione – ha scritto Angelo Flaccavento su Il Sole 24 Ore -. Ciò detto, il nuovo Gucci è sottotono: terreno, quotidiano, a tratti addirittura banale, di una facilità fresca e giovane. L’espressione è un po’ frenata, forse per paura, che è sempre cattiva consigliera”. Commento educatamente tagliente per la prima collezione (nome: Ancora) disegnata da Sabato De Sarno e che ha traghettato la griffe oltre Alessandro Michele. Pochi rischi, tanta pulizia, un gran lavoro sugli archivi non sono bastati a fare eccitare addetti ai lavori, investitori e analisti. Quelli di Bernstein – dimostrando che una sfilata è molto più di una questione di stile – sono stati ben più severi, declassando le azioni di Kering e rivedendo le proiezioni sul 2024 di Gucci: dal +6% al +2%.

Quello che non ha convinto

Bernstein prevedeva (anzi, sperava) in una collezione che potesse innescare la “rapida accelerazione di Gucci”. Invece si sono sorpresi di aver osservato look più commerciali, molto più esposti al rischio della concorrenza, senza quell’originalità “sopra le righe” capace di scatenare l’immaginario dei clienti. Non solo: dicono che c’è stata anche una scarsa attenzione agli accessori, in particolare le borse. “Non vediamo nuove it bag, nei modelli Jackie e Bamboo ci sono poche innovazioni”. Morale, Bernstein non crede che Gucci si riprenderà presto. “Uno sprint come quello visto nel 2016 sembra fuori dal menu” si legge nel report riportato da WWD.

Comunque sia

In qualsiasi caso, il debutto in passerella di Sabato De Sarno per la primavera/estate 2024 un risultato l’ha raggiunto. Ha archiviato il modello creativo di Alessandro Michele declinando una visione stilistica diametralmente opposta allo stile che conoscevamo. I capi presentati sono una rilettura scrupolosa di tutti i codici della maison. La pelle ha avuto un ruolo di riferimento e le borse, pur non avendo espresso una forte carica innovativa (come ha lamentato Bernstein), hanno avuto un certo livello di centralità grazie all’importanza attribuita al modello Jackie.

Quiet luxury

La scelta di De Sarno rappresenta a pieno titolo la direzione che un certo tipo di moda ha imboccato negli ultimi anni e che le sfilate di Milano hanno – nella loro maggioranza – certificato: quella del quiet luxury. Un lusso discreto e misurato, uno stile focalizzato su un lavoro di sottrazione che restituisce alla passerella abiti alla portata estetica di chiunque. Basterà a Gucci per rilanciarsi e alla fashion industry per uscire dall’attuale stand by?

 

 

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