Siamo negli anni Sessanta del secolo scorso. La moda subisce una fascinazione per lo spazio talmente profonda che quella decade, fatta di linee geometriche e sperimentazioni con materiali inediti, è soprannominata The Space Age. Una fascinazione che continua a fare proseliti anche oggi
di Domenico Casoria
Ancora prima dello sbarco sulla Luna del 1969, Pierre Cardin aveva realizzato una collezione futuristica che si ispirava alle esplorazioni spaziali. Ma non solo. A comporre la triade degli stilisti che lavoravano con la testa puntata verso l’altro, c’erano anche Paco Rabanne – definito da Coco Chanel “il metallurgico della moda” – e André Courrèges. Dopo più di 60 anni lo spazio continua ad avere un rapporto costante con la moda. Per esempio, per la sua collezione di laurea a La Cambre (L’École Nationale Supérieure des Arts Visuels di Bruxelles), Matthieu Blazy, attuale direttore creativo di Chanel, ha omaggiato Claudie Haignere, la prima donna francese a essere andata nello spazio. Non è l’unico.
Space is the place: Pierre Cardin
“Il cosmo mi ha sempre attratto, anche prima dell’Era Spaziale. Ho sempre immaginato che un giorno l’uomo avrebbe camminato sulla Luna”, sottolineava Pierre Cardin. Lui quell’attrazione l’aveva subita prima di tutti. Per l’autunno/inverno 1966, infatti, aveva lanciato una collezione visionaria fatta di tubini con colli ad anello, cappelli-casco, abiti in plexiglas, pantaloncini di vinile, accessori in plastica, e occhiali da sole a fessura. Ma per Cardin era tutto già chiaro. Nel 1954 aveva creato il famoso bubble dress, l’abito-bolla caratterizzato da una forma a palloncino, avveniristico – sembra scontato – per quegli anni. Poi gli abiti satellite con l’aggiunta di figure geometriche, le gonne paraboliche e i tessuti in lamé argento metallizzato. “Gli abiti che preferisco sono quelli che ho inventato per una vita che ancora non esiste, per il mondo di domani”, diceva delle sue creazioni.
Paco Rabanne vs André Courrèges
Non è una gara, intendiamoci, ma negli anni Sessanta (oltre a Cardin) ci sono stati altri due stilisti a fronteggiarsi. Paco Rabanne è quello che ha più attinto all’immaginario spaziale. Tuniche di plastica decorate da placche metalliche, abiti in PCV e spuntoni in metallo, creazioni al limite della portabilità, forse figlie del suo passato da impiegato di un’azienda di cemento armato francese. Nel 1968 disegna i costumi di Barbarella (interpretata da Jane Fonda) e il film è la sua consacrazione come “stilista intergalattico”. Per Andrè Courrèges, invece, la Luna è sempre stata il punto di riferimento principale. Nel 1964 presenta una collezione chiamata Moon Girl fatta di abiti strutturati in bianco e argento, a trapezio, in vinile e PVC. Proprio in quell’occasione Courrèges fa sfilare la minigonna – il primo indumento a lasciare scoperte le ginocchia, da sempre al centro della querelle con un’altra famosa designer degli anni Sessanta: Mary Quant. “Né io né Courregès l’abbiamo inventata. Lo ha fatto la strada”, glissava Quant.
Un viaggio lunghissimo
La fascinazione per lo spazio, dicevamo, è arrivata fino ad oggi. La collezione di laurea di Matthieu Blazy, come detto, si ispirava alla prima donna francese ad aver viaggiato nello spazio. Per l’ultima collezione donna, Prada ha mandato in passerella una serie di abiti forati e visiere dallo stile avanguardista. Karl Lagerfeld – deus creativo di Chanel fino al 2019 – per la collezione prêt-à-porter autunno/inverno 2017 si è fatto ispirare dal tema dello spazio trasformando il Grand Palais in una pista di lancio spaziale (razzo compreso). Daniel Roseberry, invece, per l’autunno/inverno 2022 ha creato Planet Schiaparelli ispirandosi al passato della maison e ai pezzi che richiamavano gli elementi celesti. Insomma, forse più che fascinazione, parliamo di una sudditanza che da sempre attraversa la moda. Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato e i marchi del lusso hanno capito come capovolgere la situazione. Mandando (letteralmente) la moda in orbita.
Leggi anche:
- La passione per il futuro di Lineapelle Designers Edition
- Prada veste chi va sulla Luna: le tute realizzate con Axiom Space
- Rea Space è pronta ad andare sulla Luna con una nuova tuta