Da una parte quella, da poca condivisa, internazionale lanciata dall’industria calzaturiera portoghese nell’ambito del progetto BiShoes4All. Dall’altro, la campagna di Woolmark che dal 2022 invita a riflettere sulla dipendenza della moda dalle fibre fossili. E non sono le uniche a sottolineare il valore dei materiali naturali
di Massimiliano Viti
Una donna sulla cui pelle cola una sostanza nera, vischiosa, che richiama il petrolio come metafora della dipendenza della moda dalle fibre fossili. È l’immagine che accomuna due campagne di comunicazione ben diverse, se si vuole distanti, ma che, evidentemente, hanno lo stesso fine. Quello di rendere il consumatore finale più consapevole nei suoi acquisti, preferendo i materiali naturali a quelli sintetici derivati dai combustibili fossili.
Il valore dei materiali naturali
Isabel Abreu, attrice, creatrice, voce attiva su temi culturali e della responsabilità sociale, è la donna che gronda petrolio nella nuova campagna internazionale lanciata dall’industria calzaturiera portoghese nell’ambito del progetto BiShoes4All. L’obiettivo è promuovere il consumo consapevole attraverso la scelta di prodotti durevoli rispetto ad altri usa e getta a basso prezzo. “Il mondo urla troppo. Le mani non abbracciano più: accumulano. Il cuore ha dimenticato la misura. È tempo di sostituire l’usa e getta con il durevole, l’illusione con la verità. Produzione di massa o consumo consapevole? La tua scelta plasma il futuro”, afferma la campagna di Apiccaps, l’associazione portoghese che riunisce i produttori di calzatura, pelletteria e componentistica. Il video della campagna internazionale ha una forte carica estetica, emotiva ed etica. Non promuove la vendita di calzature portoghesi, ma suggerisce un nuovo approccio all’acquisto, propone al consumatore un nuovo atteggiamento. Dare valore a ciò che dura. Produrre meno, ma meglio.
Wear Wool, Not Fossil Fuel
Molto più diretto – indubbiamente sulla stessa lunghezza di pensiero – è il messaggio lanciato nel 2022 a livello internazionale da Woolmark Company, l’organizzazione globale che promuove, certifica e valorizza la lana naturale. Lo slogan Wear Wool, Not Fossil Fuel appare insieme al video in cui una donna si toglie una maglia gocciolante petrolio e sotto la quale indossa un’altra maglia, ma bianca e di lana. Nello stesso video si vede un corpo femminile che esce da una piscina piena di un liquido che dà l’immagine di essere un combustibile fossile. Questo perché, spiega Woolmark, “ogni 25 minuti, una piscina olimpionica di petrolio viene utilizzata per produrre indumenti sintetici. I tessuti, come poliestere, nylon e acrilico, sono un gruppo di prodotti altamente dipendenti dai combustibili fossili”.
Non sono le uniche
È simile anche un’immagine scelta dalla Changing Markets Foundation per presentare il suo Fashion’s Plastic Paralysis Report. Un bucato steso ad asciugare dal quale gocciola liquido nero. Il suo significato sta in quello che rivela il report. In altre parole: i marchi di moda stanno raddoppiando l’uso di fibre sintetiche, una delle principali cause dell’inquinamento da microplastiche. Tali fibre derivano dai combustibili fossili e rappresentano oltre i due terzi (69%) della produzione tessile, una cifra che dovrebbe salire al 73% entro il 2030.
La pressione sul cotone
A proposito di fibre naturali, il cotone è una di quelle più sotto pressione visto che il poliestere costa la metà. Cotton Incorporated, un’azienda senza scopo di lucro che fornisce risorse e ricerche per aiutare le aziende a sviluppare e commercializzare prodotti in cotone, ha coniato uno slogan provocatorio. Eccolo: Il caso del Cotone: un’Alternativa Naturale ai Materiali Sintetici. È un ribaltamento voluto, visto che i materiali sintetici si sono diffusi come l’alternativa più economica del cotone e delle fibre naturali. Altre campagne interessanti sono quelle della piattaforma europea Eucotton: L’Europa Progetta un Futuro Sostenibile con il Cotone Europeo. Mentre L’azione per il Clima Inizia dalla Fonte dei Materiali che Scegliamo è lo slogan di Textile Exchange. Tutte richiamano il consumatore a scelte consapevoli che premiano le fibre maturali, la qualità e la durata del prodotto finito. Che sono anche le peculiarità tipiche della pelle. Del resto, Real Leather is Real Sustainability!
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