A proposito di heritage: I’Archivio Gucci e quello di Ferragamo

“Si raccolgono e si classificano gli oggetti del passato non per nostalgia, ma perché lo stile degli oggetti cambia nel tempo”, dice Valerie Steele (Fashion Institute of Technology). Lo si fa anche “per mantenere vivo un patrimonio culturale tangibile, ora e per il futuro”

Partiamo da Lady D. In questi giorni Gucci ha deciso di rispolverare, ricreandone lo stile, una tote bag in pelle con i manici in bamboo datata 1991. Segni particolari (per l’appunto): era una delle borse preferite dalla Principessa del Galles, Lady Diana. Un semplice esempio di come un certo tipo di lusso, oggi, stia lavorando a stretto contatto con la propria tradizione. Si tratta di un’onda lunga, come abbiamo scritto qui . Ma, anche, di una precisa e strategica volontà di salvaguardare la propria storia, trasformandola in un fattore culturale a tutto tondo. Ecco, allora, due progetti che di tutto ciò rappresentano una lampante (e non solo) dimostrazione: l’Archivio Gucci e il Museo Ferragamo.

L’Archivio Gucci, cos’è

Un edificio del ‘500 (Palazzo Settimanni) in via delle Caldaie a Firenze, cinque piani, 2.800 metri quadrati per racchiudere i suoi 100 anni di storia. Sono i numeri del nuovo archivio Gucci, concepito dal direttore creativo Alessandro Michele e allestito con Valerie Steele, curatrice e direttrice del Museo presso il Fashion Institute of Technology di New York. L’archivio, almeno per il momento, non sarà aperto al pubblico e diventerà la sede dell’iniziativa di formazione Gucci Education. Palazzo Settimanni, è di proprietà di Gucci dal 1953, anno in cui lo ha ristrutturato per renderlo funzionale alla sua prima fabbrica fiorentina.

L’Archivio Gucci, com’è e perché

Il piano interrato ospita Radura (porcellane e oggetti per la casa), Herbarium (articoli da scrivania) e Maison de L’Amour (oggetti per il tempo libero). Il piano terra è interamente dedicato agli accessori, con le borse vintage protagoniste nella sala espositiva Swan. Poi la piccola pelletteria e le cinture vintage (sala Prato di Ganimede), la valigeria vintage (sala 1921 Rifondazione). Le borse sono in teche di vetro e acciaio. Il primo piano, poi, è dedicato al prêt-à-porter, calzature e accessori tessili. Le calzature sono catalogate in base all’anno e alla stagione in cui hanno debuttato. “Si raccolgono e si classificano gli oggetti del passato non per nostalgia, ma perché lo stile degli oggetti cambia nel tempo – commenta Valerie Steele con WWD –. Questo rapporto con il tempo significa che un marchio come Gucci, che ha una storia di 100 anni, sviluppa archivi per mantenere vivo un patrimonio culturale tangibile, ora e per il futuro”.

L’Archivio Ferragamo è (anche) online

Salvatore Ferragamo ha messo online il suo archivio storico. Nel senso che vi si può accedere per effettuare una vera e propria immersione virtuale nei suoi spazi e nelle sue collezioni. Fu proprio Salvatore Ferragamo in persona a volere un archivio, poi custodito e ampliato da sua figlia Fiamma. Oggi la gestione è curata dalla Fondazione Ferragamo, che nel corso degli anni lo ha sviluppato ulteriormente fino a farlo diventare ricco e organizzato. Custodisce documenti, brevetti, prototipi e prodotti che testimoniano la storia di Salvatore Ferragamo e dei suoi eredi. Il virtual tour è disponibile in lingua italiana e inglese, sul sito ferragamo.com, nella sezione dedicata al Museo, e sul sito della Fondazione Ferragamo. Permette di consultare immagini in alta risoluzione, info point, video e schede di approfondimento.

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