L’Aria di Gucci: 100 anni di passato per un presente hackerato

Quest’anno Gucci festeggia i suoi primi 100 anni. Il primo atto celebrativo, a metà aprile, è coinciso con la presentazione della nuova collezione: Aria. Ed è stato un momento in cui la rivisitazione di modelli iconici ha celebrato e tradito l’heritage della griffe. Complice (anche) Balenciaga

Nel novero di chi, per mille ragioni, gioca alla rielaborazione più o meno creativa dei propri archivi non poteva mancare Gucci. Anche perché, forse, è una delle poche griffe ad avere una ragione anagrafica per farlo, a prescindere da qualsiasi retorica stilistica o sostenibile. Nel 2021, Gucci, festeggia 100 anni di passato e ha iniziato a farlo guardando al futuro con una collezione basata su una serie di particolari colpi di scena. Una collezione definita dallo stilista Alessandro Michele “una fabbrica alchemica di contaminazioni dove tutto è in contatto con tutto”. Un “tutto” che ha coinvolto, in un modo spiazzante, anche Balenciaga.

100 anni di passato

Aria è una collezione che esalta l’heritage della maison. Va, dunque, a pescare anch’essa nei suoi archivi, celebrando certi capisaldi e, allo stesso tempo, tradendoli. Come? Attraverso rivisitazioni di grandi classici, fantasie e modelli iconici del brand. Per esempio, quelli disegnati da Tom Ford. Gli omaggi alla storia del marchio vanno, comunque, oltre e sono moltissimi. Come il monogramma in onore del fondatore, Guccio Gucci, presente come nume tutelare fin dalla location scelta per la videosfilata che potete rivedere qui. Oppure la celebre stampa Flora. E ancora: il mondo equestre evocato dalla fibbia a forma di staffa su borse e cinture. Gli elementi classici della maison (mocassini, stivali da cavallerizza, borse) convivono con accessori audaci, quasi fetish, come collari, frustini, lacci, corsetti e fibbie in pelle.

Hackeraggio e condivisione

Il cortometraggio diretto da Alessandro Michele insieme a Flora Sigismondi presenta, così, il risultato di un “laboratorio di hackeraggio”, come lo ha definito lo stesso direttore creativo. La collezione ha saputo “rubare” dal passato per evolversi e riconnettersi al presente con un tripudio di accessori in pelle: marsupi, borse di varie forme e misure, cappelli da fantino. Ma c’è un passo in più. Quello che ha portato alla collaborazione con Balenciaga, altra griffe del gruppo Kering. Capi e accessori a doppio logo per “un gioco nato quasi per scherzo”, dicono in coro Alessandro Michele e Demna Gvasalia, anima creativa di Balenciaga. Ma, molto più prosaicamente, un esperimento (riuscito) di bilanciamento tra superclassico e supereccessivo che apre le porte a nuove forme di business.

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