Il modo in cui Metaverso e NFT stanno imponendo i propri codici richiede, nell’affrontarli, un approccio entusiasta e allo stesso tempo cauto. Perché i valori finanziari di questo futuro che stiamo vivendo hanno prospettive incredibili e per nulla virtuali di crescita e di engagement degli utenti. Vi bastano 5.000 miliardi di dollari?
Hugo Boss sta lanciando una nuova collezione di NFT per il marchio Hugo, dopo aver rilasciato due collezioni NFT per Boss. Balmain ha creato un hub chiamato Balmain Thread, per riunire i suoi progetti NFT in un’unica piattaforma e offrire esperienze esclusive ai membri della comunità. Dal primo novembre Gucci avrà un nuovo CEO per Gucci Vault e Metaverse Ventures: Robert Triefus. La filiera segue a ruota, avviando iniziative per certi versi esplorative, come nel caso di Lineapelle, del cui progetto scriviamo qui. Sono solo alcuni dei tanti esempi di come il Metaverso stia cercando di imporre i suoi codici, proponendosi come una nuova possibile e ricca realtà. In molti ci credono e ci investono. Altrettanti restano dubbiosi e, in certi casi (anche piuttosto illustri) lo rifiutano. Capire oggi da che parte stia la ragione e quanto tutto ciò sia il futuro che stiamo vivendo, però, è davvero complesso. E, forse, nemmeno utile.
Il futuro che stiamo vivendo
“Con il suo potenziale di generare, nella sua totalità, fino a 5.000 miliardi di dollari di valore entro il 2030, il Metaverso è troppo grande per essere ignorato dalle aziende” si legge in un recente report McKinsey. Lo studio afferma che la moda è “in prima linea nel cambiamento del Metaverso”. Secondo Charles Hambro, la cui azienda Geeiq (pronunciato “Geek”) aiuta Tommy Hilfiger e Farfetch a “navigare nel Metaverso”, questo entusiasmo potrebbe derivare da errori del passato. Il riferimento è alla noncuranza con cui i marchi di moda, a metà degli anni 2000, hanno accolto le nuove piattaforme come Facebook. Meno di 20 anni dopo, ci sono 3,2 miliardi di persone che non solo giocano online, ma socializzano e acquistano, scrive Style.
La realtà del Metaverso
Il Metaverso offre l’accesso a una generazione completamente nuova di clienti. Consumatori decisamente più giovani e che potrebbero non aver mai interagito con l’alta moda. Infatti, ciò che è stato degno di nota dell’esperienza Roblox di Gucci, non è stata tanto la vendita di borse, quanto il numero di utenti che ha visitato lo spazio virtuale: 20 milioni. Infatti, secondo un’indagine pubblicata da Business of Fashion, circa il 70% dei consumatori statunitensi, dalla Generazione X alla Z, considera già “importante” la propria identità digitale, look compreso.
Il pionierismo del lusso
Numeri troppo grandi per essere trascurati. Uno studio condotto da Bain & Company per conto dei francesi Comité Colbert, afferma che il lusso è pioniere nell’adozione di nuove tecnologie. Gli NFT, in particolare, sebbene siano oggi adottati solo dal 5% dei brand, nei prossimi anni diventeranno centrali. Il 51% dell’industria del lusso è già in fase di sperimentazione o sta pianificando lanci entro il 2025. Lo studio evidenzia come i grandi gruppi siano già in vantaggio rispetto ai loro competitor indipendenti, soprattutto per quanto riguarda gli NFT. Il motivo lo spiega Raphaël Bloch, cofondatore del media online The Big Whale al Journal du Luxe. “Il concetto di rarità nel mondo fisico ha trovato la sua controparte nel mondo digitale grazie all’unicità degli NFT. Il problema, oggi, è come questi grandi brand riescano a trasporre i loro universi nel Web3 (la nuova declinazione immersiva della rete, ndr) trasferendoci allo stesso tempo questa nozione di valore”. (mv)
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