Può esistere “un’alternativa non conflittuale” alla pelle?

Alla domanda del titolo risponde Modern Meadows con Innovera che combina post-consumer waste, proteine vegetali, biopolimeri (a base di soia o mais) e gomma riciclata. E che si presenta come “un’alternativa non conflittuale” alla pelle. Ecco perché

di Maria Vittoria Galeazzi

 

Nell’universo dei materiali “cosiddetti” alternativi, c’è un prodotto semilavorato di origine non animale che si propone alle aziende conciarie per essere trattato e rifinito. Non è l’unico, ma è tra quelli emersi più di recente è riuscito a garantirsi un certo spazio di credibilità. Si chiama Innovera, è stato ideato dall’azienda americana Modern Meadow (con sede a Nutley, New Jersey). Combina post-consumer waste, proteine vegetali, biopolimeri (a base di soia o mais) e gomma riciclata. Materiale rinnovabile e riciclabile, la sua particolarità è che può essere lavorato direttamente dalle concerie, inserendosi nel ciclo produttivo che solitamente interessa il pellame. Il risultato, come ci spiega Pierluigi Berardi – VP Sales & Marketing Modern Meadow – è “un prodotto altamente performante”.

Alternativa non conflittuale

Da Modern Meadow dichiarano di non volersi mettere in competizione col pellame, ma solo proporsi con un’offerta che incontra quella fetta di mercato che cerca materiali non di origine animale. “Innovera non va in conflitto con la comunicazione e l’offerta della pelle. È l’ultimo dei nostri pensieri – specifica Berardi -. La richiesta c’è. Ci sono spazi di mercato da coprire”.

Come funziona la lavorazione

“I conciatori lavorano il nostro semilavorato e lo inseriscono nel ciclo di produzione usuale. Non c’è bisogno di particolari macchinari, come avviene per il sintetico – precisano dall’azienda -. Questo materiale può essere adattato a qualsiasi processo di produzione, concia e personalizzato secondo l’esigenza”. Al momento Modern Meadow ha all’attivo partnership con cinque concerie nel mondo. “Le proprietà tecniche e di performance sono incredibili”, concludono dall’aziende americana -. “È un materiale dal grande potenziale trasformativo –dichiara David Williamson, CEO di Modern Meadows – grazie al blend miscelabile di proteine plant-based, biopolimeri e scarti post-consumo, che massimizza le prestazioni”.

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