Le griffe e quello che concorre al valore della loro reputazione

Ci sono classifiche per tutto, online e non solo. Il lusso lo sa bene, perché i ranking che si rincorrono di settimana in settimana e di evento in evento, certificano la reputazione dei suoi brand. E di conseguenza, giustificano tutta una serie di strategie produttive, comunicative, di vendita. Per esempio: sapevate che per Time Balenciaga è la maison più influente al mondo?  

 

Nell’era della tecnologia e del digitale, tutto è misurabile e misurato. E c’è sempre una classifica dietro l’angolo ad aspettarti. Quella del brand col maggior valore, della migliore azienda dove lavorare o dell’impresa più sostenibile. Quella della griffe più ricercata sul web per arrivare al brand con maggiori interazioni per singolo evento. In gioco, sempre di più, c’è un valore immateriale di “seria concretezza”, perché su di esso, poi, si costruiscono strategie di varia portata. Questa affermazione non suoni come una contraddizione, perché il valore di cui stiamo parlando è quello della “reputazione”.

Il valore della reputazione 

Un ottovolante che alla fine finisce per premiare sempre i soliti noti che dominano la scena del lusso. Non ci vuole una graduatoria per scoprire che LVMH è l’azienda più grande, non solo sotto il profilo finanziario, ma del settore. Oppure, che le borse di Hermès sono insuperabili nel mantenere quasi intatto il proprio valore in caso di rivendita. O, ancora, che Balenciaga e Gucci sono i marchi di moda del momento. Però, non si può fare a meno del puntuale ranking settimanale, zeppo di “marchi caldi”, new entry, griffe in salita e in discesa in base a nuovi prodotti e ultimi eventi. Nulla passa inosservato nel setaccio del web.

Per esempio, LVMH (ma non solo) 

LVMH è primo nel Global Powers of Luxury Goods 2021 di Deloitte che mette in fila le aziende in base alle vendite. Louis Vuitton è il primo tra le griffe del lusso presenti all’interno della classifica Brand Finance dei 500 marchi internazionali di maggior valore. Ma è secondo dietro Nike nella Brand Finance Apparel (2022) che svela il valore medio dei 50 principali brand dell’abbigliamento. Gucci trionfa invece nel sondaggio UBS Evidence Lab.

Una classifica per tutto 

Launchemtrics sforna classifiche per ogni eventosfilate di moda (a Parigi, ad esempio, ha trionfato Dior), consegna dei Grammy (che ha visto Versace in testa), Festival di Sanremo (vinto da Gucci) e, perfino, per il matrimonio tra Nicola Peltz e Brooklyn Beckham (un plebiscito per Valentino). A incoronare Hermès, invece, ci hanno pensato PurseBop (la borsa Hermés Birkin 30 è stata il migliore investimento del 2021) e Rebag (le borse della maison mantengono il 90% del loro valore originale).

Poi arriva Balenciaga 

Uno dei riconoscimenti più ambiti, però, è andato a Balenciaga (anche grazie alla collaborazione, straniante e dirompente, con The Simpson). Secondo il magazine Time, la maison diretta da Demna Gvasalia è il marchio di lusso più influente al mondo. Non solo: Balenciaga è anche l’unica maison inserita nell’elenco delle 100 aziende più influenti del mondo, grazie alle audaci innovazioni apportate dal suo direttore creativo. Di più: è anche la griffe del momento anche per il Lyst Index che stila una classifica trimestrale in base alle ricerche sul web. Almeno fino a quando non arriverà il prossimo ranking. O forse è già arrivato?

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