Hainan, ultima frontiera: benvenuti nel prossimo paradiso duty free

La provincia più meridionale della Cina, conosciuta come le “Hawaii della Cina”, grande quanto il Belgio, abitata da 9 milioni di persone, è destinata a diventare un paradiso duty free, nonché un nuovo campo di battaglia per il settore lusso. Ecco come e perché

 

Il 23 luglio 2020, dal centro spaziale di Wenchang, situato sull’isola cinese di Hainan, è partita la missione Tianwen-1 atterrata su Marte il 15 maggio 2021. Ma la Cina ha pianificato un’altra missione ad Hainan, identificandola come l’ultima frontiera (per ora) di un particolare orizzonte commerciale: trasformarla nel più grande paradiso duty free del mondo entro il 2050

Il prossimo paradiso duty free

Pechino ha svelato il suo piano un mese prima del decollo di Tianwen-1. Così questa isola, storicamente luogo di esilio per funzionari e criminali in disgrazia, avamposto militare per la sua strategica posizione geografica, paradiso per contrabbandieri di merci straniere e teatro di un incidente tra aerei militari di Usa e Cina nel 2001, diventerà sempre più meta dello shopping di lusso. Non a caso, per gli analisti di McKinsey è ora che i marchi del lusso elaborino una strategia per operare ad Hainan.

Conseguenza pandemica

A causa della pandemia e della conseguente sospensione dei viaggi internazionali, i consumatori cinesi si sono riversati sull’isola, favoriti dalla decisione del Governo centrale di aumentare il limite massimo degli acquisti duty-free e di estendere le categorie di beni tax-free. Nel 2020 la spesa complessiva duty free sull’isola è stata di 4,3 miliardi di dollari, il doppio rispetto ai 2,1 miliardi dell’anno precedente. Il 2021 sarà un altro anno record, con il governo di Hainan che stima di superare i 9 miliardi di dollari.

Nell’ultima Golden Week, dal 1° al 7 ottobre, i 9 centri commerciali duty-free dell’isola hanno incassato 252 milioni di dollari, con un aumento del 75% sul 2020 e del 359% sul 2019. E nel 2025 le stime indicano che la spesa raggiungerà 46,5 miliardi di dollari. Così la provincia più meridionale della Cina, conosciuta come le “Hawaii della Cina”, grande quanto il Belgio, abitata da 9 milioni di persone, è destinata a diventare un nuovo campo di battaglia per il settore lusso.

Lo sbarco delle griffe

Alcune griffe (tra cui Gucci, Ferragamo, Prada, Tod’s) hanno aperto negozi a Hainan. AItri top brand (Chanel, Hermès, Dior, Louis Vuitton) o non sono presenti o per ora sono sbarcati a Hainan solo per vendere cosmetici e profumi. LVMH e i suoi rivali sono preoccupati che gli sconti possano danneggiare l’immagine e l’aura di esclusività dei loro brand, oltre ad erodere la marginalità e complicare la relazione con il cliente.

“Finché parliamo con i clienti finali e non con i daigou, possiamo fare affari ad Hainan”, ha osservato il direttore finanziario di LVMH, Jean-Jacques Guiony lo scorso ottobre, commentando il fatto che Louis Vuitton stia valutando una presenza nell’isola, ma non considera l’apertura di uno store duty-free ad Hainan. Quanti luxury brand resisteranno alla tentazione di farlo?

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