L’oggi e il domani del lusso: analisi critica di una ripartenza

La ripresa dell’alto di gamma era attesa, sperata, agognata. E, a suo modo, c’è stata, ci spiega il Market Monitor di Altagamma e Bain & Company. Ma, se il 2021 ha permesso di tornare a respirare, il 2022 non sarà un anno semplice. Tante le criticità ancora irrisolte (Covid, prima di tutte) che invitano alla cautela e alla consapevolezza che, sul lungo periodo, questa ripartenza non premierà tutti

 

Doveva essere ripresa. Doveva esserlo per forza. Perché era attesa, sperata, agognata. Perché era necessario che si avverasse. E così è stato, per il lusso e la moda in un orizzonte generale. Ma questa ripartenza, che ha confermato la sua forma a V, non sarà per tutti. A spiegarcelo è il Market Monitor di Altagamma e Bain & Company, presentato a Milano, l’11 novembre.

Analisi critica di una ripartenza

In estrema sintesi: il lusso nel 2021 farà non solo il +29% su base annua, ma soprattutto +1% sul 2019. Il significato di questo riscontro è chiaro: il settore a livello globale si è messo alle spalle il periodo peggiore del Covid. Questo in generale. Nello specifico della categoria dei beni personali, il 2021 porterà in cassa 283 miliardi di euro, riprendendo quel percorso di crescita, interrotto dal virus, che dovrebbe portare a quota 360/380 miliardi nel 2025.

Bene, ma non benissimo

Calma, però, a dar troppo retta all’entusiasmo. In altre parole, il 2022 sarà ancora un anno di transizione, per quanto in area positiva, con molti mercati condizionati dalle conseguenze della pandemia. Non solo. Poiché la crisi sanitaria ha accelerato il fenomeno di polarizzazione del mercato, la ripartenza non riguarda e non riguarderà tutti, considerato che (spiega il Market Monitor) i primi 7 brand valgono da soli una quota del 35% delle vendite.

Holiday season

L’analisi fotografa un mercato del lusso in ripresa, dunque. Sul risultato finale grande influenza avrà, soprattutto, l’Holiday Season imminente. In altre parole, la stagione delle vendite iniziata con il Singles’ Day cinese e che arriva alle festività natalizie. L’approccio rimane ottimistico: si valuta che le calzature raccoglieranno 23 miliardi complessivi (+11% sul 2019), mentre gli accessori e la pelletteria 62 miliardi (+8%). Rimane prevalente lo stile casual, ma tutto il tempo passato in casa spinge i consumatori a rivalutare l’eleganza: vuol dire con il conclamato successo delle sneaker, ad esempio, convive il ritorno della calzatura da donna per cerimonie.

Il 2022

In parallelo e in prospettiva, Altagamma Consensus prevede che anche il 2022 sarà in area positiva. La pelletteria farà un nuovo +11% su base annua e la calzatura +9%. Ma la ricomposizione del mercato pone sfide che rischiano di diventare esclusive. La pandemia ha imposto, a proposito della ricomposizione del mercato, enormi investimenti sul digitale e nel retail, per raggiungere i consumatori, impossibilitati a viaggiare, nelle loro geografie. Investimenti non alla portata di tutti. Allo stesso modo, agli sforzi fatti fin qui per cogliere l’onda crescente dei cinesi (la cui spesa per beni di lusso nel 2022, ancora secondo Consensus, registrerà il +13%), bisognerà aggiungere quelli per equilibrare le fonti di ricavo e non essere troppo Pechino-dipendenti. Nel mirino ci sono soprattutto gli Stati Uniti. Il mercato si sta polarizzando perché solo i brand più grandi sono in grado di cogliere tutte le opportunità presenti. Secondo Bain, i primi 7 marchi, quelli che capitalizzano il 35% delle vendite, hanno dimensioni fino a 18 volte superiori alla media del settore. C’è spazio per new entry, ovviamente, a comandare i giochi del lusso sono in pochi. Molto pochi.

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