Sostenere la sostenibilità nell’era dei Green Bond 

Il settore dei Green Bond, tra il 2014 e il 2019 ha quintuplicato il suo giro d’affari. E nel 2020, complice la pandemia, è letteralmente esploso. E il fashion system, ovviamente, non è rimasto a guardare, vincolando in modo (molto) significativo la necessità di liquidità a obiettivi sostenibili

Li chiamano Green Bond. In altri termini: finanziamenti che gli istituti di credito concedono a brand e griffe con precisi obiettivi evolutivi in ambito sostenibile. Un settore che (secondo un report redatto da Università Cattolica Milano) tra il 2014 e il 2019 ha vissuto un vero e proprio boom, quintuplicando il proprio giro d’affarida meno di 50 miliardi a oltre 250 miliardi di dollari. Moody’s Investors Service presupponeva che questo valore avrebbe raggiunto i 400 miliardi di dollari entro la fine del 2020. Complice la pandemia, che messo molti big player del fashion system nella necessità di reperire liquidità, probabilmente quest’ultima stima è piuttosto credibile. Gli esempi che facciamo qui di seguito lo dimostrano in modo particolare ed efficace.

Prada

Febbraio 2021. Prada ottiene da Unicredit un finanziamento ambientale della durata di 5 anni. Segni particolari: vale 90 milioni di euro e il suo tasso si riduce in base al raggiungimento dei target previsti. Target green, ovviamente.

Primo: Prada dovrà aumentare la quota di energia autoprodotta attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici nei fabbricati industriali e aziendali del gruppo. Secondo: dovrà provvedere alla rigenerazione e riconversione degli scarti di produzione. L’attività, e quindi il raggiungimento o meno degli obiettivi prefissi, verrà certificata su base annuale da un soggetto terzo e indipendente. Prada ha già investito in passato nella riduzione degli scarti di produzione nell’abbigliamento, nella pelletteria e nelle calzature. Ora, però, si impegna a trasferire questi materiali di scarto a terze parti.

Tod’s

Gennaio 2021. Un team di banche coordinato da Intesa Sanpaolo sottoscrive con Tod’s Group un finanziamento dall’importo complessivo massimo di 500 milioni di euro con obiettivi di sostenibilità. Si chiama Sustainability Linked Loan. Si articola in una Term Facility di 250 milioni ed una Revolving Credit Facility di ulteriori 250 milioni. Durata: 5 anni. “Questa operazione rafforza ulteriormente la struttura finanziaria del gruppo, già solida” commenta il gruppo con una nota. L’accordo prevede un meccanismo in base al quale il tasso di interesse del finanziamento si riduce in base al raggiungimento di alcuni target di sostenibilità ambientale e sociale, nonché di governance.

Furla

A giugno 2021, nel club delle aziende che hanno legato un finanziamento green a obiettivi di sostenibilità fa l’ingresso anche Furla. Al marchio di pelletteria Unicredit riconosce 25 milioni di euro per accelerare il suo percorso sulla sostenibilità. “Questa operazione (di durata triennale, ndr) rafforza ulteriormente la struttura finanziaria del gruppo – commenta il CEO Mauro Sabatini –, mitigandone il profilo di rischio legato all’attuale situazione generale del mercato”.

Burberry

300 milioni di sterline. A tanto equivale il finanziamento sostenibile concordato da Burberry a settembre 2020. In altre parole, un’emissione obbligazionaria per finanziare o rifinanziare i suoi progetti green. Il bond sarebbe stato emesso in conformità al Sustainability Bond Framework della società.

Aeffe

Luglio 2021. Il gruppo Aeffe ottiene da Intesa Sanpaolo un finanziamento di 5 milioni di euro. La linea di credito è legata a obiettivi ESG. In altre parole: obiettivi sostenibili nel campo dell’ambiente, della società e della governance del gruppo. La holding italiana, che controlla tra gli altri i marchi Pollini e Moschino, mira alla “promozione del ruolo femminile nel tessuto sociale” e all’introduzione “di una policy a favore della parità di genere”.

Moncler

Un prestito da 400 milioni di euro. In altre parole, una linea di credito di tipo revolving legata al raggiungimento di specifici obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale. È quello che il gruppo Moncler ha ottenuto a luglio 2020 da Intesa Sanpaolo. “Grazie a questa linea di credito – commenta la società di Remo Ruffini– la società consolida il già elevato indice di liquidità, mitigando ulteriormente il profilo di rischio derivante dall’attuale situazione”. La linea di credito ha scadenza nel 2023, ma è rinnovabile per ulteriori due anni.

Ferragamo

Siamo ancora a luglio 2020, quando Salvatore Ferragamo annuncia il finanziamento firmato con Intesa Sanpaolo per finanziare la sostenibilità e sostenere la liquidità. Il progetto è articolato in due tranche. Primo: una linea di credito term loan con scadenza quinquennale al 2025 da 125 milioni di euro. Secondo: una linea di credito revolving con scadenza al 2024, e possibilità di rinnovo per un successivo anno, per altri 125 milioni di euro. Totale: 250 milioni che, scrive la griffe, serviranno “per sostenere specifici obiettivi ESG (Environmental, Social and Governance)”. Ma anche per “finanziare generiche esigenze di cassa della società, con la previsione di un meccanismo premiante al raggiungimento di determinati parametri di sostenibilità”.

Chanel

A fine 2020, l’impegno green di Chanel si sostanzia in due notizie, susseguitesi a breve distanza l’una dall’altra. Prima la griffe francese ha allocato sul mercato bond per 600 milioni di euro: i titoli sono legati al conseguimento di obiettivi verdi. Poi ha annunciato un investimento da 35 milioni per l’energia pulita in California.

Immagine: Shutterstock

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