100 anni nel 2025: quello che diventerà Fendi passa dagli archivi

Fendi festeggia 100 anni nel 2025 e, mentre si prepara per le grandi celebrazioni, abbiamo visitato l’archivio che conserva la storia (e le vite) di un marchio che ha contribuito alla nascita di quel mito chiamato made in Italy. Un’azienda quasi tutta al femminile proiettata nel futuro, ma con i piedi ben radicati nel presente

di Domenico Casoria

 

Lo scorso giugno, durante la Fashion Week maschile di Milano, Silvia Venturini Fendi ha mandato in passerella una collezione che nascondeva tra le pieghe degli abiti i suoi ricordi personali intrecciati con quelli della maison. Un lavoro tradizionale, ma innovativo che guarda alla moda come specchio del presente. Perché l’archivio Fendi è un luogo in cui non si parla solo di borse e pellicce. Quello situato all’interno del Palazzo della Civiltà Italiana – che i romani chiamano Colosseo Quadrato – non è solo un deposito di pellami e tessuti. È il trattato scientifico di un marchio che ha saputo leggersi dentro e che, proprio per questo, ha bene in mente la strada da seguire. Una strada, però, piena di curve che vanno affrontate a mente lucida.

L’archivio di Fendi

Perché tante curve? Perché se la direzione creativa di Silvia Venturini Fendi non è mai stata in discussione dagli anni ‘90, da quando cioè la maison ha cominciato con l’uomo, non si può dire lo stesso di Kim Jones. Subentrato a Karl Lagerfeld nel 2020, da allora si occupa delle collezioni femminili senza però colpire nel segno. Lagerfeld ha regnato incontrastato nella galassia Fendi per più di cinquanta anni con l’appoggio delle cinque sorelle – Paola, Franca, Carla, Alda, e Anna – seconda generazione del marchio e figlie dei fondatori.

L’archivio, infatti, oltre a custodire 10.000 prodotti e 100.000 documenti e foto storiche, conserva anche 35.000 schizzi originali proprio di Lagerfeld, che è stato un grande disegnatore e non solo di moda. Se una buona parte del successo di Fendi si deve proprio al creativo che ha reinterpretato il logo e ha dato nuova vita alla pelliccia, va comunque tenuta in considerazione la capacità generale della maison di leggere le necessità del tempo.

Baguette che tornano

Per capire quanto l’archivio sia centrale in questo avvicinamento ai festeggiamenti dei 100 anni nel 2025, dobbiamo, però, mettere al centro dell’attenzione la borsa che più di tutte è diventata un’icona. Parliamo della Baguette, disegnata da Venturini Fendi nel 1997 e subito diventata il sogno di chiunque. La Baguette sintetizza appieno la capacità della maison di vedere il cambiamento e rappresenta in tutto e per tutto gli anni ’90. Minimalista nelle forme, estrosa nelle decorazioni e comoda da portare proprio sotto braccio. La Baguette è stata una delle prime borse a dare il via al mercato del vintage e Fendi stessa non è rimasta immune da questa tendenza, tanto da ricomprarne alcuni pezzi specifici – quelli creati in collaborazione con alcuni artisti, per esempio, per farli tornare in archivio.

100 anni nel 2025

Ecco, quindi, che il futuro di Fendi dipenderà ancora una volta dagli archivi e dalla misura in cui la maison riuscirà a stare nel presente, passo dopo passo, senza salti nel vuoto. Non è un caso, tanto per capirsi, che da Fendi siano passati tutti i maggiori creativi dell’attuale scena fashion. C’è stato un periodo in cui negli uffici del brand, oltre a Lagerfeld e Venturini Fendi, sedevano Alessandro Michele, Pier Paolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri, Frida Giannini. Tutti stregati dalla necessità di dover imparare e dalla voglia di trasformare una società addormentata proprio attraverso la moda. Fendi ha creato una generazione di designer che ha cambiato le regole del gioco. Facile, quindi, capire perché l’archivio – il suo archivio – non è soltanto un deposito.

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