Crisi o non crisi, borse e scarpe sono i motori del lusso 

Per Bain & Company pelletteria e calzatura sono i motori di un lusso che nel 2021 ha fatturato più del 2019. Euromonitor International stima che la pelletteria passerà da 72 miliardi di dollari nel 2022 di fatturato a 100 miliardi di dollari entro il 2027. Un boom che mostra una particolare solidità anche in prospettiva. Ecco perché 

 

Quando l’economia mondiale non è in salute, è colpita dall’inflazione e vede lo spettro della recessione, c’è chi inizia a comprare prodotti alimentari al discount, spegne le lampadine e abbassa il termostato. E c’è, anche, chi fa scorta di borse di lusso, sfruttando l’occasione della parità valutaria tra euro e dollaro. Al termine del primo semestre 2022, le griffe hanno pressoché snobbato tutti i segni di crisi finanziaria perché il loro fatturato ha toccato nuovi record con, addirittura, ottime prospettive. Come ci sono riuscite? Grazie (anche e soprattutto) focalizzando il proprio business su due precisi segmenti di prodotto: pelletteria e calzatura, che si sono rivelati (o, forse, confermati) i motori del lusso e del mercato. Motori che, a quanto dicono gli analisti, difficilmente si spegneranno. Anzi, potrebbero aumentare i propri giri.

I motori del lusso 

Gli accessori in pelle, in particolare, sono visti come un investimento dai consumatori sia per la loro lunga durata sia per il potenziale ritorno finanziario dell’acquisto, inserendolo nel circuito del resale di alto livello. Per esempio: sia la Birkin di Hermès che un’iconica borsa di Chanel possono essere rivendute online a un prezzo (molto) più alto rispetto a quello sborsato in boutique.

Un’attività di compravendita che piace particolarmente a chi ha meno di 25 anni e che è diventata molto più diffusa con l’aumento dell’inflazione, afferma il Luxury Resale Report 2022 di The RealReal (uno dei portali specializzati più noti). Senza dimenticare che borse firmate e piccola pelletteria sono i prodotti più riconoscibili che un marchio può vendere.

Dice Euromonitor 

Morale: nonostante il contesto economico attuale e gli scenari piuttosto cupi, secondo la società di ricerche di mercato Euromonitor International, la spesa globale dei consumatori nella categoria borse e piccola pelletteria è destinata a crescere da una stima di 72 miliardi di dollari nel 2022 a 100 miliardi di dollari entro il 2027. Stati Uniti e Cina, che rappresentano attualmente oltre la metà delle vendite complessive della categoria, continueranno a guidare la crescita futura. Pertanto, se le stime si riveleranno esatte, nei prossimi cinque anni, il fatturato di borse e SLG (Small Leather Goods) dovrebbe crescere ancora più velocemente rispetto a prima della pandemia. A trainarlo saranno la domanda repressa da parte dei consumatori e i nuovi prodotti di varie fasce di prezzo e differente funzionalità lanciati dalle griffe per attirare nuovi clienti.

Spiega Bain & Company 

Anche Bain & Company non ha dubbi: pelletteria e calzatura sono i due motori del lusso. Claudia D’Arpizio, senior partner della società di analisi finanziaria, ha detto che le vendite di borse e scarpe hanno consentito al lusso di superare i livelli del 2019. Il 2021 si è, infatti, chiuso con un fatturato più alto del 2% rispetto al 2019. Il segmento premium, invece, sempre lo scorso anno, ha registrato ricavi inferiori del 10% rispetto a due anni prima. Più in generale, ha affermato D’Arpizio, il settore moda che somma lusso + premium tornerà ai livelli prepandemici dal primo semestre 2023, con un anno di anticipo rispetto alle previsioni. Tutto ciò grazie alla performance di pelletteria e calzatura.

Il valore della fedeltà 

Perché la fame di borse di lusso continuerà negli Usa e in Cina? Oltre alla maggiore disponibilità economica di questi due mercati, una ricerca stilata da Business of Fashion ha rilevato come i consumatori di entrambi i Paesi siano piuttosto fedeli alla categoria borse anche perché offre loro un apprezzato status symbol. Secondo la stessa ricerca, circa il 40% degli intervistati negli USA e il 50% in Cina appartiene alla categoria di consumatori “engaged” con la pelletteria.

In altre parole: hanno acquistato un prodotto di pelletteria nell’ultimo anno o intendono farlo nel prossimo. Fedeltà che non vacilla di fronte ai cambiamenti nel comportamento di acquisto, ai gusti che si evolvono e, aggiungiamo noi, ai prezzi che aumentano. Infine, la ricerca ha evidenziato il contributo dei nuovi business di rivendita e noleggio che hanno registrato un notevole aumento, consentendo un maggiore accesso ai nuovi clienti del lusso.

Affollamento e concorrenza feroce 

La naturale conseguenza di tutto ciò è che il mercato di borse e scarpe è sempre più affollato. Una concorrenza feroce non solo tra storici marchi di lusso, ma anche tra loro e i brand emergenti in grado di competere con prodotti con una qualità artigianale dello stesso livello di quella delle griffe del lusso, ma a prezzi sensibilmente più bassi. Con un fattore (potenzialmente) vincente in più: hanno il pregio di essere di nicchia e non inflazionati.

Inoltre, spesso questi outsider ispirano le proprie collezioni allo streetwear che sono ambite e rare proprio come quelle di lusso più classiche e tradizionali. A queste condizioni e con queste prospettive l’ultima sfida – citata nelle prime righe – è rappresentata dalla crescita del mercato del noleggio e dell’acquisto di seconda mano. I marchi di lusso stanno iniziando a entrare in contatto con questi mercati, ma devono ancora capire come sfruttare queste nuove opportunità, evitandone i possibili rischi.  (mv)

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