La rivalità tra Italia e Francia e come si traduce nel lusso 

Una rivalità senza vincitori o, perlomeno, che racconta di un diverso modo di intendere e declinare i propri progetti di business. A spiegarcelo è il Global Powers of Luxury Goods 2021 firmato Deloitte

 

Quello tra Italia e Francia è un rapporto fatto di (molte) battaglie e (poche) alleanze. La rivalità è storica e trasversale, dal calcio al vino, al formaggio per arrivare a arte, musica, pittura, cinema, ma anche alla moda e al lusso. In questi due ultimi settori, da anni infuoca la battaglia tra i creativi italiani e i capitalisti francesi. Chi vince (sempre che un vincitore ci sia)?

La rivalità tra Italia e Francia

Il Global Powers of Luxury Goods 2021, elaborato sui dati dell’anno 2020 da Deloitte, ci dice che un vincitore assoluto non c’è. Da una parte abbiamo la grandeur francese che domina il lusso a forza di numeri con i suoi giganti (LVMH e Kering in particolare). Dall’altra parte c’è un certo tipo di indipendenza italiana che non si fa dominare dai cugini e sforna ben 26 imprese presenti nella top 100 del lusso. In altre parole: nessun altro Paese è più rappresentato.

I numeri dicono Francia

Se guardiamo numeri, risultati, prestazioni, non c’è partita. La Francia ha solo 8 aziende nella Top 100. Ma sono colossi e generano il 28,1% del fatturato di tutti i presenti in graduatoria. Di queste 8, 4 sono tra le prime 10: LVMH al primo posto, Kering al secondo, L’Oreal al quinto e Hermés al nono. Senza considerare Chanel (sesto posto) a cui Deloitte assegna la bandiera del Regno Unito per via della sua sede. Giusto per rendere l’idea, la dimensione media delle aziende francesi è di 8,9 miliardi di dollari (dati di vendita). Visto che dalla pandemia stanno emergendo le aziende più grandi e più strutturate, è chiaro come Parigi abbia gli indici della marginalità più alti di tutti. È importante sapere come le prime 15 società della classifica, con vendite superiori ai 5 miliardi di dollari, pesano il 63% delle vendite complessive della classifica.

Quel che premia l’Italia

L’Italia resiste con la fantasia di cui sono dotati i suoi fuoriclasse: ne ha 26 in graduatoria, 4 in più rispetto allo scorso anno: sono Golden Goose, Morellato, Stone Island e Pinko. L’unica bandiera tricolore nella top ten è quella di Essilor Luxottica. Sedici su 26 sono aziende di moda. Nel 2020 le vendite delle società italiane sono scese, in media, del 21,5%. Quelle francesi hanno perso l’11,7%. E ci fermiamo qui perché il confronto dei dati economici e finanziari è improponibile.

E il lusso?

Ma alla fine, il lusso come è andato nel 2020? Not so bad. Le prime 100 aziende mondiali hanno prodotto un fatturato di 252 miliardi di dollari, inferiore ai 281 miliardi di dollari dell’anno precedente. Tuttavia, nonostante il calo delle vendite, oltre un’azienda su 2 ha chiuso l’anno in utile. Chi ci avrebbe scommesso?

Leggi anche:

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER