E se il Metaverso si fosse fermato ancor prima di decollare?

Gli indizi ci sono tutti: calo degli investimenti, dell’attenzione, delle presenze e dei consumi: NFT e criptovalute compresi. Non solo: anche l’ultima annuale Metaverse Fashion Week di Decentraland ha registrato numeri molto, molto inferiori a quella di un anno fa. Ecco perché in molti danno il Metaverso già spacciato, mentre invece la moda pare continuare a crederci

 

Metaverso, il prossimo grande flop o il prossimo grande boom? Se prendiamo i numeri attuali ci sono pochi dubbi: il Metaverso sembra essersi fermato ancor prima di decollare. I marchi di moda, però, ci credono ancora, investono e questo alimenta il pensiero che lo sviluppo del Metaverso sia solo una questione di tempo. È certo, invece, che nell’ultimo anno si è assistito a un drastico calo dell’attenzione del pubblico e degli investimenti non solo nel Metaverso, ma anche nel contesto degli NFT. La conseguente crisi delle criptovalute e la brusca frenata delle ambizioni di Meta non hanno fatto altro che sollevare dei dubbi. Quindi: il Metaverso, così come lo conosciamo, è già spacciato?

Player in difficoltà

Decentraland, mondo virtuale di riferimento in cui gli utenti scambiano beni immobili digitali come gli NFT appare in difficoltà. Il sito beincrypto.com rivela che, secondo gli ultimi report, in media ci sono solo 20-30 persone alla settimana che acquistano e vendono sulla piattaforma, per un giro di affari di circa 50.000 dollari. Ben poca cosa rispetto ai milioni di dollari scambiati tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Anche altri player importanti del settore hanno numeri in netto calo. Per esempio, The Sandbox che ha 522 utenti attivi alla settimana.

Il Metaverso si è fermato ancor prima di decollare?

La seconda edizione della annuale Metaverse Fashion Week di Decentraland si è svolta l’ultima settimana di marzo. Tra i marchi più importanti c’erano Tommy Hilfiger, DKNY, Adidas, Dolce & Gabbana e altri. Ma se nel 2022 l’evento aveva registrato oltre 100.000 visitatori unici, quest’anno il numero è sceso a 26.000, secondo i dati forniti da Decentreland a MarketWatch. Durante la Metaverse Fashion Week, gli utenti hanno speso circa 26.000 dollari per acquistare dalle aziende di moda skin indossabili e hanno richiesto circa 76.000 wearable gratuiti. In altre parole: oggetti virtuali con cui è possibile vestire il proprio avatar.

Eppure

Nonostante numeri in picchiata, e a differenza di altre imprese che hanno già abbandonato il Metaverso, la moda sta ancora investendo in questo settore. Gli incassi prima elencati sono ben poca cosa rispetto ai miliardi che le griffe incamerano ogni anno, ma vengono considerati indicativi del potenziale che i mondi digitali hanno per attrarre il pubblico più giovane. “I brand vogliono sperimentare e anche vedere se la moda virtuale può influenzare quella fisica”, afferma a CoinDesk Cathy Hackl, Chief Metaverse Officer e fondatrice della società di consulenza Web3 Journey.

“Tommy Hilfiger ha dichiarato di aver avuto una fidelizzazione quattro volte maggiore rispetto alla MVFW dell’anno scorso”, puntualizza Gigi Graziosi Casimiro, responsabile della Metaverse Fashion Week a MarketWatch. “Anche se il numero dei partecipanti è diminuito, abbiamo avuto decine di migliaia di nuovi visitatori. Riteniamo di aver migliorato l’esperienza dell’anno scorso e di essere ancora agli inizi della moda metaversale”, conclude Graziosi Casimiro.

Esprimere se stessi

Secondo l’ultimo Metaverse Fashion Report di Roblox, uno dei motivi principali per cui la moda del Metaverso vende così bene è che circa la metà degli utenti della Gen Z intervistati ha dichiarato che vestire i propri avatar sulle piattaforme virtuali permette loro di esprimere la propria individualità e di sentirsi bene con se stessi. Ecco, allora, perché la moda sembra l’attività più desiderosa di cogliere le opportunità (e i rischi) legati a questo settore.

Il caso The Fabricant

Il brand olandese The Fabricant produce solo abbigliamento per avatar. Progetta collezioni e capi su misura per gli utenti di Decentraland, Sandbox e altri metaverso. Il marchio detiene anche il record di vendite per un vestito digitale (19.000 dollari per un NFT) e ha raccolto oltre 14 milioni di dollari di finanziamenti da investitori privati.

Ma a chi vende The Fabricant? E quale mercato alimenta il Metaverso? Cathy Hackl di Journey, ha dichiarato a CoinDesk che ci sono quattro mercati principali. Primo: i consumatori nativi Web3 che acquistano NFT da indossare nel metaverso. Secondo: i giocatori su piattaforme popolari come Fortnite e Roblox. Terzo: i collezionisti di arte digitale che acquistano per speculare. Quarto: gli utenti di social media e piattaforme come Instagram e TikTok che si diletteranno con filtri AR e sartoria digitale. Basteranno per alimentare il futuro boom del Metaverso? (mv)

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