La potenza dell’Intelligenza Artificiale contro la contraffazione

Si moltiplicano le esperienze che mettono alla prova la potenza dell’Intelligenza Artificiale per arginare la contraffazione. Dal caso del brand Patou al second hand, facciamo il punto su come l’IA può diventare essenziale nello scovare i fake e rendere più complicata non solo la loro diffusione, ma anche la produzione

 

Alla Case Western Reserve University di Cleveland, negli Stati Uniti, sono stati in grado di risalire all’autore di un’opera pittorica analizzando una piccolissima porzione dell’opera. Persino il diametro di una setola del pennello è stato un elemento chiave per individuare in modo affidabile gli artisti. È la potenza dell’Intelligenza Artificiale. Quello dell’arte è soltanto uno dei campi in cui può essere applicata. Ma è lampante che la stessa tecnologia potrebbe funzionare con una borsa in pelle. Sia in fase di produzione, per proteggerla da eventuali copie. Sia per smascherare i fake già in circolazione sul mercato. Marchi di lusso e società di second hand, non a caso, stanno investendo proprio in questa direzione per risolvere un problema che fino ad ora è sembrato irrisolvibile: la contraffazione.

La potenza dell’Intelligenza Artificiale

Patou, marchio in orbita LVMH, sta proteggendo il modello di borsa Le Petit Patou in edizione limitata, in modo che non venga copiata. È un primo test per poi estendere il sistema ad altri prodotti del marchio. LVMH, quindi, è alla finestra per osservare i risultati e valutare se applicarlo ad altri brand del gruppo. Quale sistema utilizza Patou? Si chiama Authentique ed è creato da Ordre, una piattaforma di vendita all’ingrosso online. Durante le fasi di produzione della borsa, si scatta una fotografia a un’area specifica del prodotto così da creare un’impronta digitale. L’algoritmo di Authentique analizza l’immagine a livello microscopico, traducendo i dati in un codice numerico e creando un ID digitale memorizzato come NFT, in modo che non possa essere alterato. Il cliente che acquista questa borsa, inserisce il codice prodotto nell’app Authentique che lo guiderà per scattare una foto del prodotto nella posizione richiesta e confronterà il codice generato dall’immagine con quello presente in archivio verificandone l’autenticità. Uno dei vantaggi è che non c’è bisogno di applicare tag speciali come i chip NFC, che possono essere rimossi o contraffatti a loro volta. Per il momento questo sistema è applicabile a abbigliamento, scarpe e piccola pelletteria. Tra un anno si aggiungeranno orologi e gioielli. Il tasso di precisione nel distinguere il vero dal falso è superiore al 99% e, dicono gli sviluppatori, sta migliorando.

La sfida più grande

Ma la sfida più grande e impegnativa per l’Intelligenza Artificiale sta nell’individuare i falsi già presenti sul mercato. Un esempio: Entrupy è stata fondata nel 2012 con questo obiettivo. Ha sviluppato la sua AI attraverso un enorme archivio di dati raccolti da articoli autentici e contraffatti risalenti a decenni fa, arrivando a bauli e frustini da equitazione degli anni ’30, prodotti da aziende che poi sono diventate giganti del lusso. Entrupy fornisce un dispositivo ottico che consente a uno smartphone di funzionare come un microscopio. Le foto vengono trasformate in dati che sono confrontati con quelli presenti in archivio per smascherare l’eventuale fake. Sul fronte dell’IA come arma per arginare la piaga della contraffazione, si sono già attivati i big player del second hand. Secondo quanto riporta Business of Fashion, StockX e The RealReal la stanno entrambi già utilizzando, implementando sistemi che, grazie all’immissione continua di dati, apprendono e migliorano, risultando sempre più affidabili.

Capitolo blockchain

Altro capitolo strettamente connesso con i precedenti: l’interconnessione tra AI e blockchain che ha un enorme potenziale e sta attirando l’interesse di diversi settori. Uno è quello della cybersecurity. L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per rilevare e rispondere alle minacce, mentre la tecnologia blockchain può garantire la sicurezza e l’integrità dei dati. Un altro ambito applicativo è quello della supplychain. La blockchain può crearne una trasparente e sicura, mentre l’AI analizza i dati e ottimizza la catena di approvvigionamento. Ciò consente alle aziende di ridurre i costi, migliorare l’efficienza e garantire che i prodotti siano consegnati in tempo.

Il fattore umano

In tutto questo, qual è il ruolo dell’uomo? Alla Case Western Reserve University affermano che il fattore umano è spesso trascurato in questo ambito. Errore: il sistema non funziona da solo e c’è bisogno di persone con una vasta conoscenza del prodotto per collaborare e migliorare l’interfaccia artificiale. Da sole, le macchine sono utili, ma non servono a molto.

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