L’Intelligenza Artificiale è già ovunque: come può usarla la moda?

Grande possibilità o enorme rischio: il fashion system si interroga su come fare dell’Intelligenza Artificiale uno strumento e una risorsa da “usare in modo davvero intelligente e prudente”, dice Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain. Certo, quel che sembra, è che potrebbe essere uno tsunami destinato a mettere radici, a differenza di quanto sta accadendo al Metaverso

 

I riflettori che illuminano il Metaverso si stanno spegnendo. Quelli puntati sull’Intelligenza Artificiale, invece, si sono accesi e brillano a più non posso, anche perché è già ovunque e, particolare non secondario, sembra tutto fuorché un gioco. Non a caso, moltissime aziende stanno esplorando come poterla integrare nei processi quotidiani, aumentando l’efficienza e offrendo esperienze personalizzate agli utenti.

In testa ci sono i colossi come Google, Apple e Amazon. A seguire, sta arrivando la moda che la ritiene più concreta, più facile da utilizzare e, quindi, più semplice da trasformare in uno strumento di interazione con e tra i propri consumatori.

L’Intelligenza Artificiale è già ovunque

“L’Intelligenza Artificiale è già ovunque, in ambito creativo e politico, nell’industria musicale, ecc. Ma è, anche, un enorme punto interrogativo. È un bene o un male? Dobbiamo usarla in modo davvero intelligente e prudente“, afferma Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain.

“Credo che la moda sia arte e libertà di espressione, quindi penso che questo sia il modo in cui dovremmo usarla. Ma non dovremmo usare la tecnologia per sostituire gli esseri umani. Penso che dovremmo usarla per elevarci a una nuova prospettiva“, prosegue Rousteing. E ammette che gli stilisti potrebbero sentirsi minacciati da questa nuova realtà.

I primi passi della moda

Brand e multinazionali del lusso stanno muovendo i primi passi per cercare di capire il modo più redditizio per sfruttare l’IA. I vantaggi che offre sono moltissimi, ma sono altrettanti quelli ancora del tutto ignoti. Per assaggiare le potenzialità di questa tecnologia, è arrivata la prima AI Fashion Week (AIFW), ospitata da Maison Meta. L’evento si è svolto il 20 e 21 aprile 2023 presso gli Spring Studios di New York e ha ospitato stilisti emergenti che sviluppano le loro creazioni mediante l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa.

Perché il primo punto applicativo fashion di questa nuova dimensione è creativo. Lo stilista può avere al suo fianco una costante (seppur “artificiale”) fonte di ispirazione e un supporto capace di accelerare la produzione. Conseguenza possibile: permettere al designer di dedicare più tempo e attenzione all’aspetto artigianale della produzione, per esempio.

Il rapporto con i consumatori

L’IA può essere utilizzata per creare esperienze personalizzate e ottimizzare il servizio per i clienti. Ancora: per identificare i falsi, gestire i prezzi e la catena di approvvigionamento. Oppure per creare assistenti personali e virtuali allo shopping, fornire informazioni ai propri addetti alle vendite e, in generale, per migliorare l’esperienza online e offline del cliente. Gli algoritmi possono analizzare i dati di vendita, il feedback dei clienti e le tendenze del mercato per prevedere le vendite future e regolare i livelli di produzione e di inventario.

Attività che molti hanno già implementato, che si basano sul data management che, grazie all’IA, possono letteralmente prendere il volo. “I marchi che vogliono battere i concorrenti devono formare i propri dipendenti a utilizzare l’IA per lavorare meglio e in modo più intelligente. Per le aziende sarà importante sfruttarne il massimo potenziale, unendo i vari strumenti con i propri sistemi e creare attivazioni su misura per le proprie esigenze” scrive su Forbes Alison Bringé di Launchmetrics.

L’esperienza di Zegna

Zegna è già alle prese con l’IA avendo in attività il progetto Zegna X. Si tratta di un personal shopper virtuale che consente al cliente di visualizzare l’outfit completo nei minimi dettagli. E permette ai suoi consulenti di stile e al suo direttore creativo di accedere a qualsiasi informazione di vendita immaginabile per affinare, ottimizzare e personalizzare l’offerta. Attualmente offre 49 miliardi di combinazioni di tagli e colori sulla base di 2.300 prodotti.

Zegna X ti offre la possibilità di immaginarti vestito in un certo modo anche se non vedi i capi – spiega il direttore creativo Alessandro Sartori -. Mentre prima entravi in negozio e potevi apprezzare un capo solo se lo vedevi e se era disponibile nella tua taglia, oggi questo si può fare con tutto l’archivio di Zegna che è costantemente aggiornato con stili che escono e entrano in collezione. Poi, nel caso, non ci siano più taglie o non ci siano i modelli in un certo colore, possiamo creare un capo singolo per il cliente”.

Il caso Balenciaga

Avete presente la foto virale di Papa Francesco che indossa un maxipiumino bianco immacolato? Ebbene, l’immagine è stata generata con Midjourney da Pablo Xavier, che in un’intervista a Buzzfeed, ammette di aver usato il termine “Balenciaga” nella richiesta testuale. Pochi giorni dopo, un video con finti modelli, somiglianti ai personaggi della saga di Harry Potter, che indossavano outfit simil Balenciaga, ha avuto milioni di visualizzazioni.

Semore Xavier ha ripetuto l’esperimento con Breaking Bad e Il Signore degli Anelli. Altri creativi si sono divertiti applicando lo stesso concetto a Peaky Blinders, Game of Thrones, Spiderman e Star Wars. Insomma, Balenciaga sta ispirando l’IA. “Per me la moda è uno specchio, un riflesso di ciò che accade intorno a noi” spiegò nel 2018 Demna Gvasalia, direttore artistico della griffe, dal palco del Vogue Fashion Festival. In questo specchio, oggi, si riflette, anche e sempre di più, l’Intelligenza Artificiale.

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